La Battaglia d'Austerlitz per chitarra (1808)
CONFERENCES
La battaglia d’Austerlitz
Autore Pietro Parrini (sec.XVIII-XIX)Trascrizione e revisione di Massimo Lombardi
Musica a programma per chitarra
La Battaglia d’Austerlitz è un’originale opera per chitarra sola scritta dal chitarrista romantico Pietro Parrini (secc. XVIII-XIX) e pubblicata nel 1808. Attraverso consequenziali scene musicali ricche di onomatopee e colori affettivi, che si succedono in ordine cronologico, l’autore palesa i momenti militari più salienti della vittoriosa battaglia condotta da Napoleone Buonaparte. Nell’Ottocento la chitarra visse un periodo di grande fortuna e le vennero riconosciute una nuova raffinatezza ed una spiccata capacità narrativo-comunicativa. Nel medesimo periodo, anche la musica a programma, pur affondando le radici nei secoli precedenti, trovò una nuova linfa estetica e divenne strada proficua per i compositori; Pietro Parrini la percorse dipingendo musicalmente le scene più allegoriche di quell’emblematica impresa Napoleonica che, infiammando gli animi dell'Europa intera, consacrò alla gloria l’imperatore francese. La presente pubblicazione è un’edizione critica.
La conferenza musicale verte sulla comparazione delle scene musicali composte dal Parrini con i basilari momenti della battaglia.
Da ciò emerge come la narrazione popolare del tempo avesse estratto e rimarcato (quindi scolpito nell’immaginario collettivo) i punti scenografici dei combattimenti.
Essi collimano con gli episodi musicali del Parrini e tracciano – in musica – una chiara descrizione degli accadimenti.
È affascinante scorgere come nella loro trasposizione musicale – in cui sono chiaramente già utilizzati schemi tecnici ed estetico-musicali coevi – si riconoscano ancora chiare tracce delle impronte dei periodi precedenti.
Infatti, oltre al sapiente uso della retorica musicale, delle onomatopee e dell’arte compositiva, si palesa l’idea di sfruttare la possibilità di descrivere gli eventi attraverso la rappresentazione dei suoni concreti (ossia i fracassi della battaglia: cavalli, baionette, spade, cannoni, etc.) e i suoni interiori (cioè quelle commozioni e gli stati d’animo (affetti) che, spesso, sono assai più potenti di quelli percepiti dai sensi).
Un particolare rilievo è necessario attribuire alla retoria musicale adottata dal parrini che, in maniera quasi miniaturale, riesce ad esprime (oa dipingere) immagini veloci, ma forgoranti dell'accaduto.
Tutto questo impasto – accadimenti militari (ovviamente titolati in ogni paragrafo musicale), insieme agli affetti corrispondenti ed alla diffusa conoscenza popolare dell’argomento – trasforma (seppure attraverso l’immagine mentale) il 'sentire' in una sorta di prospettiva vagamente anticipatrice della cinematografia.
È questo un caso significativo in cui le sopravvivenze culturali (ancora ben visibili), ben impastate con nuovi elementi estetici del presente, in qualche modo continuano ad agire e già volgono lo sguardo ad un futuro. Non posso omettere quindi il chiaro riferimento alla celebre affermazione di Johann Gustav Droysen: «Ciò che è stato non ci interessa perché è stato, ma perché, agendo ancora, in un certo senso ancora esiste».